26/03/2009
Recensione La mia Santità di Piero Ciccarelli
Non è facile l’approccio con se stessi. Raccontare per alcuni è una cosa semplice, non importa, se sia un racconto orale o scritto, anche in lingua straniera come per molti di noi che siamo nati in Sicilia. Per Mario Ricotta, autore di racconti e di testi teatrali di successo, non sarà stato semplice tornare con la memoria al tempo dell’infanzia, quando, “folgorato” dalla visione di Dio, scelse la via apparentemente più semplice per arrivare a quel Paradiso che noi tutti sognato: il sacerdozio. Il racconto che si snoda in “La mia santità” è un misto di autobiografia e di saga della famiglia Ricotta, gente semplice con la “condanna”, nei duri anni Sessanta, per molti della nostra gente, della emigrazione.
L’ultimo di tanti fratelli corre verso la santità, imparando a sue spese la “fatica” di diventare santi. Seminario, ospedale, male oscuro, il tutto si intreccia restituendo alla parola scritta l’analisi interiore dei propri sentimenti. Ingenuità, forza di volontà, amore filiale e fraterno, tutto si mescola in una miscela di nobiltà di sentimenti più puri e nel contempo splendidi e dolorosi.
Lo studio e la scuola, terreno di crescita per molti, e Mariuzzu cresce e matura lentamente il suo percorso che lo porterà alla scelta definitiva. Sempre di santità si tratta, ma è una santità interiore che vuol scavare dentro l’anima dell’uomo. Quando l’anima comincia ad ammalarsi bisogna scavare nel più profondo dei pozzi per trovare l’acqua purificatrice. Questa la scelta di Mariuzzu: trovare dove sta il “male oscuro”dell’anima e le vie parallele da seguire sono due: diventare indagatore delle deviazioni del cervello e raccontare la “commedia” che ne vien fuori, con la sola formula che Mario Ricotta conosce, la parola (scoperta recente e antica allo stesso tempo). Rappresentare l’umanità, i suoi malesseri, ma anche il coraggio e la gioia di vivere. Attraverso il teatro si può, forse, raggiungere la santità? Io direi sì. Lasciamo concludere allo scrittore che nelle parole finali del suo libro diario confessione dice: “Nell’ora in cui la morte si presenterà, sotto qualsiasi aspetto, fai che sia un tripudio di luce , uno sfolgorio, una festa di musica, un banchetto finale di delizie.”
Mario Ricotta è nato a Mussomeli, provincia di Caltanissetta. Alunno del Seminario Vescovile nisseno, ha completato gli studi di medicina all’Università di Palermo, specializzandosi in Psichiatria all’Università di Catania.
Numerose le sue opere teatrali: Risposta ovvero” Venite a vedere il Messia; Colei che sbadiglia ovvero “ Il quadro e il buco; La Macchia, La Fessura, Applausi impossibili, Il Bacio, Il Falò;
Nel dicembre ’89 la cooperativa “Teatro Nuovo” di Palermo ha messo in scena “ La Bottega all’angolo”. Ha pubblicato per la narrativa Racconti neri e grotteschi.